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generic FAQ SULLA BPCO

Che cos'è la
BPCO?
L'acronimo BPCO per esteso significa Bronco
Pneumopatia Cronica Ostruttiva, in particolare, secondo le linee guida GOLD
(Global initiative for chronic Obstructive Lung Disease): "Malattia
prevenibile e trattabile associata a significativi effetti extrapolmonari che
possono contribuire alla gravità della patologia nei singoli pazienti. La sua
componente polmonare è caratterizzata da una ostruzione al flusso nelle vie aeree,
progressiva nel tempo ed associata ad infiammazione dei bronchi conseguente
alla inalazione di fumo di sigaretta e alla esposizione a contaminanti
particolati o gassosi". Durante l'inspirazione, sono i muscoli inspiratori
che causano l'ingresso dell'aria, mentre durante l'espirazione è solo il
ritorno elastico del tessuto polmonare a facilitare l'emissione dei gas: una
ostruzione delle vie aeree rende difficoltosa questa operazione. In pratica,
quindi, il flusso dell'aria nell'atto espiratorio è limitato, principalmente da
due cause: la perdita di funzionalità del tessuto elastico e il restringimento
del lume delle vie aeree.La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva rappresenta
una delle principali cause di morbilità cronica e mortalità nel mondo. In
Italia è la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari neoplasie,
con un trend in continuo aumento.
Quali sono i
controlli più frequenti per monitorare la malattia?
L'esame fondamentale per la valutazione della
funzionalità respiratoria è la spirometria, un esame facile da eseguire e
completamente indolore.La spirometria rappresenta il primo step della
diagnostica funzionale polmonare in quanto consente la misura dei volumi e dei
flussi aerei registrati durante manovre respiratorie lente o forzate. La prova
spirometrica più diffusa, in quanto fondamentale per definire eventuali step
successivi, prevede l'esecuzione di un'inspirazione massimale fino alla
capacità polmonare totale (TLC) seguita da una espirazione rapida e forzata,
fino al completo svuotamento dei polmoni. Il parametro universalmente
considerato più significativo è rappresentato dal valore di FEV1 (Forced
Expired Volume in One Second) ovvero il volume d'aria, espresso in litri,
emesso nel primo secondo di espirazione. Qualora le vie respiratorie siano
ostruite o il polmone non sia elastico questo valore sarà inferiore a quello
teorico previsto. La spirometria è fondamentale anche nel seguire il decorso della
malattia, permettendo al medico di valutare la velocità ndi progressione della
malattia. Le patologie che stanno alla base della BPCO sono fondamentalmente
due: la bronchite cronica e l'enfisema polmonare, oltre all'asma bronchiale. I
sintomi che presenta il paziente con asma bronchiale persistente di grado
severo sono molto simili a quelli di un paziente con BPCO, per cui la
distinzione tra le due malattie non è sempre possibile. In linea di massima nei
pazienti con asma bronchiale i sintomi insorgono fin dall'età giovanile, in
maniera spesso improvvisa e in momenti diversi della giornata. Una
caratteristica abbastanza tipica invece della bronchite ostruttiva è la
comparsa di sintomi, in età matura, generalmente progressivi, riferiti da
pazienti che, nella maggior parte dei casi sono o sono stati fumatori.
Inizialmente compare la tosse cronica con espettorazione specie al mattino, poi
un aumento progressivo della difficoltà di respiro, nelle fasi iniziali in
occasione di sforzi più o meno intensi e quindi, nelle fasi più avanzate della
malattia, anche a riposo.
Che cos'è la
bronchite cronica?
La bronchite è un'infiammazione dei bronchi, che
sono le vie di passaggio dell'aria dalla trachea fino agli alveoli polmonari,
dove viene trasferito l'ossigeno nel sangue, ed eliminata l'anidride carbonica
prodotta dall'organismo. I bronchi sono rivestiti da una mucosa, e costituiti
da una sottomucosa e quelli di maggior calibro da muscolatura liscia e e da
archi cartilaginei di sostegno. L'infiammazione della mucosa causa ispessimento
della parete bronchiale, ingrossamento (ipertrofia) delle ghiandole della
sottomucosa e con accumulo di secrezioni (catarro) nelle vie aeree. Dapprima
colpisce la parte più alta dell'albero respiratorio, ma progressivamente può
coinvolgere anche i bronchi più piccoli e profondi, portando a una riduzione
significativa della funzionalità polmonare, anche per l'aumento della
resistenza che il flusso di gas incontra ad ogni atto espiratorio. La bronchite
si definisce "cronica" quando si manifesta con tosse ed
espettorazione quasi quotidiane per almeno tre mesi e per due anni consecutivi;
diventa "ostruttiva" quando, in presenza o meno di tosse ed
espettorazione, la spirometria registra una riduzione dei flussi aerei
espiratori forzati non dovuta ad altre cause.
Che cosa è
l'enfisema polmonare?
E' un processo degenerativo a carico della fibre
elastiche del polmone e delle strutture di sostegno dei bronchioli respiratori.
Molto spesso bronchite cronica ed enfisema coesistono nel paziente affetto da
BPCO e non sempre il medico può stabilire se sia una delle condizioni sia
preponderante rispetto l'altra. Di solito la prevalenza di tosse ed espettorato
orientano maggiormente verso la bronchite cronica, mentre la dispnea
(l'affanno), specialmente se molto accentuata e presente anche a riposo,
suggerisce l'enfisema polmonare.
Quali sono i
maggiori fattori di rischio per la BPCO?
Il più importante fattore di rischio della BPCO è
il fumo di sigaretta, e in genere il fumo di derivati del tabacco. L'inalazione
di fumo passivo espone egualmente al rischio di BPCO, seppure in minore misura
rispetto al fumo attivo. Altre cause riconosciute, che tuttavia hanno un
impatto minore soprattutto nel mondo occidentale, sono l'esposizione
professionale a sostanze irritanti o l'esposizione ad irritanti in ambito
domestico, generati dal riscaldamento o dalla cottura degli alimenti. Le
infezioni possono contribuire alle riacutizzazioni, mentre non è sicuro il loro
ruolo nella patogenesi della malattia. In alcuni, pochissimi, pazienti vi è una
predisposizione genetica allo sviluppo della BPCO, che tuttavia richiede sempre
l'esposizione ad un rischio ambientale quale il fumo di sigaretta.
Il paziente
con BPCO ha altre patologie associate?
La BPCO si associa frequentemente ad altre malattie
croniche definite comorbidità. Possono essere definite causali (malattie con
fattori di rischio comune, es. fumo ed età), complicanti (effetti sistemici
della BPCO), concorrenti (malattie croniche coesistenti senza correlazione
causale nota con la BPCO). Le principali sono: insufficienza cardiaca cronica,
coronaropatia ed infarto del miocardio, vasculopatia periferica, embolia
polmonare, aritmie, neoplasia polmonare, sindrome metabolica, diabete mellito,
osteoporosi e depressione. Le comorbidità hanno un importante effetto sulla
prognosi del paziente BPCO. Ad esempio la coesistenza di BPCO e malattie
cardiovascolari è condizione di peggioramento della prognosi: i decessi dei
pazienti con BPCO sono da imputare alla presenza di questa comorbidità
piuttosto che alla BPCO per sé.
Quando
andare dal medico?
Spesso i pazienti giungono dal medico di famiglia o
dallo specialista pneumologo in una fase troppo avanzata della malattia per
avere trascurato i sintomi premonitori della patologie. I principali sintomi
della BPCO sono costituiti da: tosse, più spesso associata a iper-produzione di
muco (espettorato), dispnea (prevalentemente da sforzo) e rumori derivati dalla
stenosi dei bronchi (sibili e fischi; in inglese wheezing). Questi sintomi, per
non essere male interpretati vanno associati all'indagine diagnostica tramite
spirometria.
La scala di
gravità della BPCO?
Secondo le linee guida GOLD la classificazione si
basa sui valori spirometrici e su sintomi clinici. Classificazione di gravità della BPCO
Stadio I:
BPCO lieve. Lieve riduzione del flusso aereo espiratorio (VEMS/CVF < 70% ma
VEMS >= 80% del teorico) e di solito, ma non sempre, tosse cronica ed
espettorazione. A questo stadio il
soggetto può non essere consapevole che la sua funzionalità respiratoria è
ridotta.
Stadio II:
BPCO moderata. Si ha un peggioramento dell‘ostruzione bronchiale (50% < VEMS
< 80% del teorico) e di solito la progressione dei sintomi, con dispnea che
tipicamente insorge durante lo sforzo fisico.
Stadio III:
BPCO grave. Si ha un ulteriore peggioramento dell’ostruzione bronchiale (30%
< VEMS < 50% del teorico), peggioramento della dispnea, frequenti
riacutizzazioni che peggiorano la qualità di vita del paziente. Le riacutizzazioni
dei sintomi, che hanno un impatto sulla qualità della vita del paziente e sulla
prognosi, si osservano specialmente in pazienti con un VEMS < 50% del
teorico.
Stadio IV:
BPCO Molto Grave: Si caratterizza per una severa riduzione del flusso aereo
espiratorio (VEMS < 30% del teorico) o per la presenza di insufficienza
respiratoria cronica. I pazienti possono soffrire di una BPCO molto grave
(Stadio IV) anche se hanno un VEMS > 30% del teorico, qualora siano presenti
tali complicazioni
Definizioni:
VEMS = Volume Espiratorio Forzato al 1° Secondo
CVF = Capacità Vitale, massima quantità di aria che
possiamo mobilizzare con una inspirazione profonda seguita da un'espirazione
profonda eseguite lentamente
VEMS/CVF= Percentuale del FEV1 in rapporto alla
Capacità Vitale.
E' un indice di ostruzione
Ipossiemia = Riduzione dell'ossigeno nel sangue
Trattamento
della BPCO
Il primo intervento sui pazienti BPCO fumatori è
quello di sospendere l’abitudine tabagica. Si deve valutare la disponibilità
del paziente ad accettare questa raccomandazione e ad iniziare una adeguata
terapia medica e di supporto psicologico.
I farmaci:
La terapia farmacologia regolare è importante per migliorare, la qualità della
vita, aumentare la tolleranza allo forzo, ridurre la frequenza di
riacutizzazioni, e può aumentare la sopravvivenza.
I
broncodilatatori: Anticolinergici a breve e lunga durata d’azione, Beta2-agonisti adrenergici a breve e lunga
durata d’azione. Associazione precostituita anticolinergico/beta2-agonista a
breve durata d’azione
Teofillinici
Gli
anticolinergici a breve durata d’azione: Sono farmaci inalatori di
emergenza che inibiscono il sistema nervoso parasimpatico (vagale), che ha
azione broncocostrittrice, danno sollievo in caso di fiato corto e di respiro
sibilante.
Beta2-agonisti
a breve durata d'azione: Sono farmaci inalatori di emergenza da usare in
caso di crisi. Stimolano il sistema nervoso simpatico che ha azione
broncodilatatrice. Determinano una broncodilatazione persistente per circa 4-6
ore
Gli
anticolinergici a lunga durata d’azione: Sono farmaci inalatori di più
recente comparsa sul mercato, hanno un effetto terapeutico prolungato, (circa
24 ore), adatti per terapia regolare in singola somministrazione giornaliera
Beta2-agonisti
a lunga durata d'azione: Sono farmaci inalatori di più recente comparsa sul
mercato, hanno un effetto terapeutico prolungato (circa 12 ore), adatti per
terapia regolare in due somministrazioni giornaliere, mattino e sera
Associazione
anticolinergico/beta2-agonista: Sono farmaci inalatori, che trovano
indicazione in molti casi in cui è necessario associare i due meccanismi di
broncodilatazione, per ottenere la massima efficienza terapeutica.
Broncodilatatori
teofillinici: Si assumono via orale o per via endovenosa. La teofillina ha
un importante effetto di attenuazione della dispnea.
Gli
anti-infiammatori: Gli anti-infiammatori impiegati nella BPCO sono i
cortisonici Possono essere in forma orale, endovenosa o inalatoria.
Cortisonici
per via inalatoria associati ai Beta2-agonisti a lunga durata d'azione: I
cortisonici per via inalatoria vengono utilizzati per ridurre l'infiammazione
delle vie aeree, sono efficaci a dosaggio pieno basse dosi. Rispetto alla
somministrazione sistemica hanno, e quindi con pochissimi effetti collaterali,
in quanto raggiungono direttamente le vie aeree dove devono agire. Sono farmaci
da associare ai broncodilatatori a lunga durata d’azione negli stadi più gravi
della BPCO. Vanno assunti con regolarità. Da alcuni anni sono disponibili
associazioni precostituite di Beta2-agonisti a lunga durata d'azione e
corticosteroidi per via inalatoria. Queste combinazioni sono più efficaci dei
singoli componenti sui più importanti parametri clinici (qualità di vita,
riacutizzazioni, funzionalità respiratoria).
Studi recenti hanno dimostrato che queste
combinazioni possono ridurre la mortalità dei pazienti BPCO.
Cortisonici
orali o iniettivi: I cortisonici orali sono da utilizzare nei casi molto
gravi, possibilmente per brevi periodi, a cicli. L’utilizzo più frequente è, per alcuni giorni
fino ad un paio di settimane, per il trattamento degli episodi di
riacutizzazione dei sintomi. Possono causare alcuni effetti collaterali:
disturbi di stomaco, aumento dell'appetito, sbalzi di umore, insonnia. Tali
effetti scompaiono una volta interrotta l'assunzione.
In caso di
utilizzo prolungato possono causare: aumento di peso, osteoporosi, aumento
della glicemia, cataratta, aumento del rischio di infezioni. In caso di cura
prolungata, il loro utilizzo non va terminato bruscamente.
Antibiotici:
Sono indicati, durante le riacutizzazioni quando c’è un aumento del catarro e
una colorazione giallo verdastra dello stesso. In questi casi è probabile che
ci sia un'infezione delle vie aeree (sinusite, bronchite, polmonite...). Si
presentano in compresse, sciroppi o per iniezione.
Ossigeno
terapia: E’ indicata nei pazienti BPCO molto gravi, con insufficienza
respiratoria.
Tutti i pazienti BPCO, in assenza di rare
controindicazioni, dovrebbero eseguire annualmente il vaccino antinfluenzale ß
La
prevenzione
La prevenzione deve essere orientata a controllare
i fattori di rischio e fra questi soprattutto l'esposizione a fumo di
sigaretta, in quanto la cessazione del fumo è indispensabile non solo per la
prevenzione della BPCO, ma di molte malattie polmonari, cardiovascolari e del
cancro del polmone. Altri importanti fattori di rischio comprendono
l'esposizione professionale a sostanze inquinanti e polveri, ed è quindi
fondamentale il controllo della conformità degli ambienti di lavoro alle
normative vigenti. Il nostro consiglio finale è quello di rivolgersi sempre al
medico di fiducia: così facendo la possibilità di sottovalutare un problema di
salute così potenzialmente pericoloso sarà minima.
(Fonte: Pneumonet)